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Confapi Aniem News 14 Dicembre 2023

 

La newsletter dell’Unione nazionale delle imprese edili manifatturiere e settori affini

N. 10 - 14 Dicembre 2023

 

LE NOSTRE ATTIVITA’ 

RIUNIONE DEL COORDINAMENTO EDILCASSE E APERTURA DEL TAVOLO DI RINNOVO CCNL EDILI 

Lo scorso 11 dicembre si è svolto il primo incontro del Tavolo di coordinamento Edilcasse. 

In avvio di riunione, il Presidente Delpiano ha fornito un aggiornamento sull’andamento delle relazioni sindacali e, in particolare, sull’esito della riunione tenutasi nei giorni scorsi con le parti sociali proprio sul tema della bilateralità, nel corso della quale è emersa una disponibilità, sia da parte di Ance che dei Sindacati, a creare le condizioni per un sistema più aperto e inclusivo.Si tratta, evidentemente, di una disponibilità tutta da verificare che dovrà coniugarsi con l’esigenza di dare risposte concrete e rapide ai territori sprovvisti del sistema di Edilcasse. 

Nell’incontro è stata condivisa l’esigenza di avviare un censimento del sistema Confapi Aniem: presenza di contratti integrativi, massa salari, numero di addetti, ecc., come presupposto utile anche per la definizione delle strategie di politica sindacale. 

Nel pomeriggio della stessa giornata si è tenuto anche l’incontro con le Organizzazioni Sindacali sul rinnovo del CCNL dell’edilizia. 

La delegazione di Confapi Aniem, guidata dal Presidente Delpiano, ha ribadito l’esigenza di garantire pieno adempimento alla parte relativa alla bilateralità fornendo risposte concrete a quei territori che, di fatto, non possono applicare il Contratto per mancanza di Edilcasse e per l’indisponibilità delle casse edili presenti a garantirne l’applicazione. 

I Sindacati hanno espresso la loro contrarietà alla costituzione di nuove Edilcasse manifestando l’impegno a promuovere un tavolo con tutte le parti sociali per garantire reciprocità e inclusione tra i diversi sistemi; contestualmente hanno richiesto di rinnovare la parte normativa del Contratto in linea con quanto già fatto con le altre Organizzazioni datoriali. 

Nelle prossime settimane saranno attivate verifiche tecniche per valutare la possibilità di pervenire ad un accoro sui testi relativi a formazione, previdenza e Fnape. 

MONITORAGGIO OPERE PNRR DEFINANZIATE 

Il Governo italiano ha presentato una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), recentemente approvata dalla Commissione Europea, che coinvolge 144 dei 349 obiettivi originali fino al 2026. 

Sono stati definanziati 15,89 miliardi di euro di cui 13 miliardi relativamente ai Comuni; per tali interventi si prevede di recuperare fondi da risorse nazionali, Fondi di coesione e una revisione del Piano nazionale complementare. Tra le misure eliminate, figurano fondi per le “piccole opere” dei Comuni, rigenerazione urbana, riduzione del rischio idrogeologico, utilizzo dell’idrogeno per la decarbonizzazione, infrastrutture sociali, impianti innovativi, valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e verde urbano. Ad oggi, tuttavia, non vi sono certezze sull’individuazione delle opere definanziate e sulle risorse alternative. 

Molti lavori pubblici, già appaltati, da appaltare o addirittura già eseguiti, rischiano di non trovare più copertura nel fondo PNRR e di venire spostati su altre fonti di finanziamento sulle quali però non sussistono finora indicazioni certe. 

Su tale questione, come già segnalato, Confapi Aniem Abruzzo ha avviato diverse iniziative nei confronti delle istituzioni regionali e, nei giorni scorsi, ha richiesto alle imprese associate di acquisire documentazione per monitorare lo stato dei singoli interventi. 

 

Si ritiene importante, al riguardo, acquisire consapevolezza e conoscenza aggiornata dell’impatto anche negli altri territori. 

Si invitano pertanto le associazioni territoriali a confermarci la presenza di tale criticità, indicandoci le opere oggetto di definanziamento con i relativi importi, stato di avanzamento lavori e segnalando eventuale sospensione dei pagamenti Sal alle imprese esecutrici. 

DALL’ITALIA 

SUPERBONUS: ESCLUSA LA POSSIBILITA’ DI INTERVENTI NELLA LEGGE DI BILANCIO, SI ATTENDE IL DECRETO MILLEPROROGHE 

Sembrano escluse le possibilità di un inserimento in extremis nella legge di bilancio di norme modificative alla gestione temporale del superbonus. 

Nel corso dell’esame della legge di Bilancio alla V Commissione (Programmazione economica, bilancio) c’è stato nei giorni scorsi un tentativo di inserire un emendamento sulla disciplina del superbonus che, anche in risposta alle sollecitazioni delle Organizzazioni Imprenditoriali e degli operatori del settore, potesse consentire una più agevole conclusione dei lavori condominiali. 

In particolare, l’emendamento presentato prevede l’introduzione di un Sal straordinario tra il 60 e il 100% attestando i lavori realizzati entro il 31 dicembre 2023. Su questi lavori si applicherebbe il 110% con sconto in fattura, mentre sul resto si applicherebbero le percentuali di detrazione in vigore per il 2024. 

Lo Stato di avanzamento lavori straordinario tende, in sostanza, a garantire la copertura per tutte le lavorazioni effettuate nel 2023, comprese quelle degli ultimi due mesi dell'anno, con la possibilità di presentare la documentazione all’Agenzia delle Entrate entro il 12 Gennaio 2024. 

Anche nelle ultime ore, tuttavia, è emersa la contrarietà del Ministero Economia e Finanze e della Presidenza del Consiglio a questa possibile apertura; resterebbe aperta la possibilità di inserire tale previsione nell’imminente decreto Milleproroghe che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri entro la fine dell’anno. Tra le ipotesi delle quali si sta discutendo all’interno della stessa maggioranza di Governo, oltre alla citata proposta avanzata nella legge di Bilancio, si segnala il possibile inserimento di una proroga di tre mesi per i lavori che abbiano raggiunto una percentuale pari al 70%. 

LEGGE DI BILANCIO: EMENDAMENTO DEL GOVERNO SU EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA 

Tra gli emendamenti del Governo alla legge di bilancio presentati in Senato il 13 dicembre u.s., se ne segnala uno relativo all’edilizia residenziale pubblica finalizzato al recupero e alla riconversione di edifici pubblici, alla destinazione ad alloggi pubblici di immobili provati rimasti invenduti. 

Entro 4 mesi dall’approvazione della legge di Bilancio, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con quelli dell’Economia e Finanze, Affari regionali, e d’intesa con la Conferenza Unificata, dovrà rendere note le linee guida. 

Nell’ambito di tali linee sarà ricompresa anche la realizzazione di progetti di edilizia residenziale pubblica mediante operazioni di partenariato pubblico-privato finalizzate al recupero o alla 4 

 

riconversione del patrimonio immobiliare esistente o alla realizzazione di nuovi edifici su aree già individuate come edificabili nell’ambito dei Piani Regolatori Generali. 

L’emendamento prevede l’istituzione di un Fondo da 100 milioni di euro per il biennio 2027-2028: 50 milioni per il 2027 e 50 milioni per il 2028. 

TASSO INTERESSE LEGALE PER IL 2024 SCENDE AL 2,5% 

Il Ministero dell’economia e delle finanze, con il decreto ministeriale 29.11.2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.288 dell’11 dicembre, ha fissato la nuova misura del tasso d’interesse legale ai sensi dell’art. 1284 del codice civile che, a partire dal 1° gennaio 2024, sarà pari al 2,5%. 

Dal 5% previsto fino al 31 dicembre 2023 il tasso di interesse scende quindi al 2,5%. 

Il saggio di interesse legale previsto dall'art. 1284 c.c. può essere modificato annualmente entro il 15 dicembre dell'anno precedente a quello cui il saggio si riferisce, “sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno”. 

Al saggio si computano gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura. 

DAL 1° GENNAIO APPALTI IN DIGITALE: IL RUOLO DELLE BANCHE DATI ANAC 

Come noto il nuovo Codice Appalti ha dato un forte impulso alla digitalizzazione delle procedure di appalto e, in particolare, ha previsto dal prossimo 1° gennaio 2024 la gestione delle gare pubbliche attraverso l’utilizzo obbligatorio di piattaforme digitali “certificate”. 

L’Anac ha fornito un quadro riepilogativo sulla gestione degli appalti con il sistema digitale precisando, anzitutto, che le amministrazioni non dotate di una propria piattaforma di approvvigionamento digitale, sia per la fase di affidamento che per la gestione dell’intero contratto, dovranno utilizzare piattaforme “certificate” messe a disposizione da altri soggetti (stazioni appaltanti, centrali di committenza, soggetti aggregatori etc..). 

Tali piattaforme devono essere utilizzate anche per la redazione o acquisizione degli atti relativi alle procedure di programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione dei contratti; la trasmissione dei dati e documenti alla Banca Dati Anac; l’accesso alla documentazione di gara; la presentazione del Documento di gara unico europeo; la presentazione delle offerte; l’apertura, gestione e conservazione del fascicolo di gara; il controllo tecnico, contabile e amministrativo dei contratti in fase di esecuzione e la gestione delle garanzie. 

Grazie alla interoperabilità di tutte le componenti del sistema, inoltre, sarà pienamente operativo il Fascicolo virtuale dell’operatore economico, strumento per l’accesso alle informazioni riguardanti un operatore economico per la verifica del possesso dei requisiti per la partecipazione agli appalti pubblici e l’assenza di cause di esclusione (casellario giudiziale, certificati antimafia, regolarità fiscale e contributiva, eccetera). I dati e i documenti contenuti nel fascicolo, che l’operatore economico può inserire attraverso apposite funzionalità, verranno aggiornati automaticamente dagli enti certificatori (Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate etc,) e potranno essere consultati dalle stazioni appaltanti e riutilizzati in tutte le procedure di affidamento. 

Anac garantirà la pubblicità degli atti di gara con la sua Banca Dati, mediante la trasmissione delle informazioni all’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea. Gli effetti giuridici degli atti pubblicati decorreranno dalla data di pubblicazione nella Banca dati nazionale dei contratti 

 

pubblici. La documentazione di gara sarà resa costantemente disponibile attraverso le piattaforme digitali e i siti istituzionali delle stazioni appaltanti e rimarrà costantemente accessibile attraverso il collegamento con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici. 

L’Autorità ricorda, infine, che la Banca Dati, nata nel 2008 censisce quasi 65 milioni di affidamenti per un valore di oltre 3.200 miliardi di euro e si articola in diverse sezioni: Anagrafe delle stazioni appaltanti, piattaforma dei contratti pubblici, piattaforma per la pubblicità legale degli atti, Fascicolo Virtuale dell’operatore economico, casellario informatico e anagrafe degli operatori economici (censisce le imprese coinvolte nei contratti pubblici). 

NECESSARIO ACQUISIRE CERTIFICAZIONI DELL’AGGIUDICATARIO, NON PUO’ APPLICARSI SILENZIO ASSENSO 

L’Anac, rispondendo al quesito posto da due diverse stazioni appaltanti, ha dichiarato la necessità di acquisire il concreto possesso delle certificazioni attestanti i requisiti delle imprese presso le banche dati sull’operatore economico aggiudicatario, non potendo, a tal fine, ricorrere al meccanismo del silenzio assenso. 

Anac ha precisato che, in base alla legislazione attuale, “l’aggiudicazione viene disposta dalla stazione appaltante dopo aver effettuato positivamente il controllo dei requisiti in capo all’aggiudicatario, successivamente al quale il contratto potrà essere stipulato o ne potrà essere iniziata l’esecuzione in via di urgenza”. La norma richiede, quindi, espressamente – ai fini dell’aggiudicazione dell’appalto e della stipula del relativo contratto – che la stazione appaltante proceda al riscontro positivo dei requisiti dichiarati in gara dall’aggiudicatario. 

Fino alla completa operatività del sistema che scatterà dal 1° gennaio, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti effettuano le verifiche di competenza sui dati e i documenti a comprova dei requisiti generali non disponibili nel Fascicolo virtuale”. 

L’Autorità, quindi, ritiene che, nelle more della piena operatività del sistema di interconnessione tra le diverse banche dati, le stazioni appaltanti debbano effettuare le verifiche di competenza. Solo all’esito del positivo riscontro del possesso dei requisiti in capo all’aggiudicatario ai fini dell’aggiudicazione, sarà possibile procedere alla stipula del contratto. 

Pertanto, in caso di inutile decorso del suddetto termine generale di 30 giorni, la procedura rimane ferma e l'eventuale aggiudicazione non acquista efficacia fintanto che non perviene la documentazione richiesta che può essere comunque sollecitata”. 

Di conseguenza, non è possibile inserire una clausola nel contratto come richiesto dalle Amministrazioni interessate. Pro futuro, Anac ricorda comunque che, in base al nuovo Codice Appalti, dal 1° gennaio 2024 “l’omissione di informazioni richieste, il rifiuto o l’omissione di attività necessarie a garantire l’interoperabilità delle banche dati coinvolte nel ciclo di vita dei contratti pubblici costituisce violazione punibile di obblighi di transizione digitale”. 

PROGRAMMA FONDO EUROPEO-CASSA DEPOSITI E PRESTITI PER EDILIZIA SOCIALE 

Un accordo sottoscritto tra la Fei (Fondo Europeo per gli Investimenti) e CDP Real Asset SGR (Società controllata da Cassa Depositi e Prestiti) prevede l’attuazione di un programma di edilizia sociale da 300 milioni di euro con priorità alla realizzazione di 10.000 posti letto per studenti. 

 

Oltre agli interventi a beneficio degli studenti fuori sede, il programma si pone l’obiettivo di dare soluzioni abitative agli anziani autosufficienti. 

L’intesa rappresenta il primo programma nazionale dedicato all’edilizia sociale promosso dal Fei in Europa e prevede, nello specifico, un percorso di co-investimento tra il FEI stesso e il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale (FNAS), fondo di fondi gestito da CDP Real Asset. 

Il Fondo europeo avrà un ruolo di consulente per l’identificazione e valutazione delle opportunità di investimento e di co-investitore nei fondi individuati, per un impegno complessivo in favore dell’abitare sociale italiano fino a 300 milioni. 

LO SCENARIO DEL MERCATO COSTRUZIONI 2024 

Nei giorni scorsi il Cresme ha presentato il rapporto congiunturale sul mercato costruzioni 2024 e sullo scenario di medio periodo 2025-2027. 

Dal rapporto emerge che l’attività di manutenzione del patrimonio residenziale ha iniziato la sua contrazione che diverrà pesante nel 2024 e nel 2025 (dai 120 miliardi a valori correnti del 2022 ai 60 del 2026); l’eccezionale spinta delle opere pubbliche non è in grado di garantire la tenuta dell’intero mercato, ma solo di attenuarne la caduta. 

Il comparto delle opere pubbliche è entrato in una complessa fase esecutiva ed è chiamato alla sfida delle realizzazioni: tra gennaio 2019 e agosto 2023 sono stati messi in gara 267 miliardi di euro di lavori pubblici, dei quali 74 afferenti al PNRR, e ne sono stati aggiudicati 204, dei quali 48 PNRR. 

L’inflazione e le politiche monetarie restrittive, insieme ai picchi toccati dalle compravendite, hanno determinato un brusco raffreddamento nell’immobiliare residenziale, con valori negativi molto importanti anche nelle aree più dinamiche del Paese. Anche il risparmio delle famiglie va riducendosi mentre i costi di costruzione sono talmente cresciuti da allontanare dalla realizzabilità alcuni modelli di offerta (si pensi all’Housing Sociale). 

Nel comparto della riqualificazione residenziale, il non collocamento presso terzi dei crediti fiscali comporta rischi di tenuta delle imprese con le spalle meno larghe e una interruzione dei flussi di liquidità, quindi, l’interruzione delle forniture l’aumento dei casi di non completamento dei lavori, i cui esiti si possono prevedere. 

Nel campo delle opere pubbliche la progettazione esecutiva affidata alle imprese aggiudicatarie sulla base di appalti deboli di contenuto tecnico, porterà a una verifica dei costi dell’appalto dopo l’aggiudicazione e all’emergere di criticità economiche e realizzative. Inoltre è facile attendersi una accentuazione dei problemi nei flussi di liquidità. 

Va poi ricordato che il settore delle costruzioni si trova ad affrontare un tema di immagine e alcuni snodi chiave, come la manodopera e la sua qualificazione, l’appeal verso i giovani, la sicurezza sul luogo di lavoro e, soprattutto, un processo di cambiamento in atto che pone delle importanti domande su come in futuro dovrà essere l’impresa di costruzioni, o meglio, la filiera del processo produttivo. Una delle questioni sul tappeto riguarda certo l’adeguamento in termini di performance energetica del patrimonio edilizio residenziale e non residenziale che la nuova direttiva europea intende raggiungere. Sarà difficile non pensare ai nuovi obiettivi senza una nuova progettazione di incentivi fiscali (da pensare con maggiore cura). 

 

IMPEGNO ASSUNZIONE DONNE E GIOVANI REQUISITO ESSENZIALE IN FASE DI OFFERTA 

Il Tar Puglia (Sent. n.1244/2023) si è pronunciato sull’obbligo di dichiarazione all’assunzione di donne e giovani per gli appalti finanziati dal Pnrr (art.47 D.L. n.77/2021 convertito con Legge n.108/2021) precisando che tale vincolo si configura come requisito essenziale dell’offerta. 

Va pertanto escluso il concorrente che non abbia dichiarato nella propria offerta l’impegno ad assumere la quota di percentuale minima di giovani e di donne, e in caso di avvenuta aggiudicazione, questa va annullata dalla stazione appaltante. 

La richiamata normativa stabilisce che “Le stazioni appaltanti prevedono, nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, specifiche clausole dirette all’inserimento, come requisiti necessari e come ulteriori requisiti premiali dell’offerta, di criteri orientati a promuovere l’imprenditoria giovanile, l’inclusione lavorativa delle persone disabili, la parità di genere e l’assunzione di giovani, con età inferiore a trentasei anni, e donne. Il contenuto delle clausole è determinato tenendo, tra l’altro, conto dei principi di libera concorrenza, proporzionalità e non discriminazione, nonché dell’oggetto del contratto, della tipologia e della natura del singolo progetto in relazione ai profili occupazionali richiesti, dei principi dell’Unione europea, degli indicatori degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile e giovanile e di tasso di occupazione delle persone disabili al 2026, anche in considerazione dei corrispondenti valori medi nonché dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei in cui vengono svolti i progetti”. 

Pur riferendosi la sentenza agli appalti finanziati con i fondi del Pnrr, è evidente che i principi in essa contenuti influenzeranno tutti i contratti pubblici nell’interpretazione dell’analoga disciplina contenuta anche nel nuovo Codice dei Contratti (D.lgs 36/2023). 

TAR LAZIO: LEGITTIMO BLOCCO LAVORI SUPERBONUS IN CASO DI ABUSI EDILIZI, PUR IN PRESENZA DI CILAS 

Il Tar Lazio (Sent.n.18386/2023) ha ritenuto legittima la decisione di un Comune di bloccare i lavori del Superbonus di un condominio che aveva presentato una Cilas e contestualmente una Scia per “sanare alcune non conformità rilevate con riferimento ai prospetti del fabbricato”. 

Il Comune aveva dichiarato “l’inammissibilità e l’improcedibilità della Cilas, disponendo contestualmente il divieto di prosecuzione dei lavori nonché il rispristino dello status quo ante” provocando il ricorso del condominio. 

Secondo il Tar “la decisione di vietare la prosecuzione dei lavori sino alla definizione della SCIA in sanatoria debba ritenersi coerente con il principio secondo cui gli interventi edilizi per essere lecitamente realizzati devono afferire a immobili non abusivi, verificandosi altrimenti un effetto di propagazione dell’illecito per cui le opere aggiuntive partecipano delle caratteristiche di abusività dell’opera principale. Tale principio generale, che comporta il divieto di prosecuzione di lavori su opere abusive, non potendo gli stessi essere legittimamente realizzati in pendenza di una sanatoria, non può che valere, ad avviso del Collegio, anche per la speciale ipotesi di CILA disciplinata nell’ambito della normativa relativa al c.d. “superbonus 110%”. 

L’esigenza di semplificazione degli adempimenti a carico del privato perseguita dalla norma non può infatti risolversi, pena un’inammissibile incoerenza del sistema, in una limitazione o addirittura in un’esclusione del potere-dovere del Comune di reprimere gli abusi edilizi.” 

 

DALL’EUROPA 

LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA REVISIONE PNRR ITALIANO 

Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha espresso un parere positivo sulla proposta di revisione del PNRR italiano. 

A seguito dell'approvazione di tali modifiche, le risorse aumentano da 191,6 miliardi di euro a 194,4 miliardi di euro. L'ampliamento della dotazione finanziaria europea del Piano italiano è da ricondurre ai 2,8 miliardi di euro in più di contributi a fondo perduto destinati all'Italia per il finanziamento del Capitolo REPowerEU. 

Rimane invariato l'importo di 122,6 miliardi di euro di prestiti di cui è prevista l'erogazione all'Italia nell'ambito dell'attuazione del PNRR. 

Si precisa, al riguardo, che l'importo massimo iniziale di contributi a fondo perduto destinati all'Italia era stato aggiornato da 68,9 a 69 miliardi, a seguito dell'aggiornamento delle chiavi di riparto delle sovvenzioni a fondo perduto del Recovery and Resilience Facility operato a giugno 2022 sulla base dei dati Eurostat. 

L'Italia ha finora ricevuto 85,4 miliardi di euro di fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza costituite da 46,4 miliardi di euro di prestiti e 39 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto. 

ACCORDO SULLA DIRETTIVA “CASE GREEN” 

Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione Europea hanno raggiunto nei giorni scorsi l’accordo sulla direttiva “case green” per l’efficientamento energetico degli edifici (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive). 

Gli edifici residenziali più inquinanti dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030, percentuale che entro il 2035 dovrà salire al 20-22%. Per gli edifici non residenziali, il limite è del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. 

Il nuovo accordo sposta dal 2035 al 2040 lo stop definitivo alle caldaie alimentate a gas. I singoli Stati avranno la possibilità di mettere a disposizione incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento ibridi, come le soluzioni che permettono di combinare una caldaia con una pompa di calore o con un impianto solare termico. 

In merito al rispetto dei parametri delle classi energetiche, ogni Stato membro potrà definire il regime in base al proprio patrimonio edilizio, al proprio sistema nazionale di classificazione e al piano di ristrutturazione; dovranno tuttavia essere rispettati gli obiettivi di riduzione energetica del 55% attraverso la ristrutturazione degli edifici con le performance peggiori e dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero. Per gli edifici pubblici l’obbligo partirà dal 2028. 

Eliminato l’obbligo generalizzato di installazione dei pannelli solari: resta solo per i nuovi edifici, gli edifici pubblici e quelli non residenziali di ampie dimensioni. 

Gli edifici storici e quelli agricoli sono esclusi dalle nuove norme. I singoli Paesi avranno la possibilità di decidere se escludere o meno gli edifici protetti per il loro valore storico od artistico. Ed eventualmente gli edifici temporanei, le chiese ed i luoghi di culto. 

Prima della pubblicazione in Gazzetta, la Direttiva è attesa da ulteriori passaggi che prevedono l’approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo. 

 

CONFAPI ANIEM DAL TERRITORIO 

SARDEGNA: LEGGE REGIONALE PER SBLOCCO CREDITI SOLLECITATA DA CONFAPI ANIEM 

Anche la Sardegna si avvia ad adottare una legge regionale per favorire la circolazione dei crediti fiscali derivanti da bonus edilizi e Superbonus dopo il passaggio positivo presso la Terza Commissione permanente della proposta di legge n. 397 “Interventi a favore della circolazione dei crediti fiscali di cui all'articolo 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 ai fini dell'efficientamento energetico del patrimonio edilizio regionale”. 

Il primo ostacolo è stato pertanto superato con l’approvazione da parte della Commissione regionale del disegno di legge presentato dai delegati della Consulta delle Costruzioni G. Paolo Deliperi, geometra, e Andrea Virdis, imprenditore Presidente di Confapi Aniem Sardegna, e supportato dalla Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna, Ance Sardegna, Confindustria Sardegna, Confartigianato Sardegna, Cgil, Cisl e Uil. 

«Ma non c’è tempo da perdere – ha precisato il Presidente Virdis di Confapi Aniem Sardegna. L’intero settore non può più aspettare, è necessario agire con urgenza in modo da avere la normativa approvata prima di Natale D’altra parte si tratta di una normativa condivisa che segue l’impronta di altre misure già adottate da Basilicata e Piemonte. Prima si procede e prima gli enti pubblici regionali e le società partecipate saranno in grado di entrare sul mercato dei crediti e sbloccare la situazione di imprese e professionisti ormai sull’orlo del fallimento». 

Per ribadire l’importanza di questa misura si segnalano alcuni dati sull’impatto positivo degli investimenti a carico dello Stato negli ultimi due anni in Sardegna: secondo quanto registrato da Enea, si tratta di 2 miliardi e 431 milioni di euro, con una crescita delle ore lavorate nel comparto edile di circa il 60% con un incremento in termini assoluti di lavoratori dipendenti di quasi 5.000 unità. L’incremento delle nuove imprese iscritte al sistema delle Casse Edili regionali è stato del 7,49%, mentre la massa salari, ovvero gli stipendi erogati tra il 2021 e il 2022, è cresciuta di quasi il 60%. Numeri che adesso rischiano di essere fortemente ridimensionati a causa di cassetti fiscali pieni, senza sfogo per i crediti maturati. 

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